5 Questions aux agents portuaires (2)

5 domande agli agenti portuali

Vi proporremo una serie di reportage per capire meglio la vita sul porto di Saint-Florent.

Iniziamo questa serie dai padroni di porto:

  • Alexandre Tomasini & Antoine Canosi nonché
  • Jean-Baptiste Fratacci, agente portuale.

1- Qual è il suo ruolo al porto di Saint-Florent?

In primo luogo, la nostra attività è divisa in due parti, poiché il lavoro varia fortemente tra l’estate (da maggio a ottobre) e l’inverno (da ottobre a maggio).

In inverno, prepariamo la stagione estiva, perché le cose più importanti sono quelle che non si vedono come, ad esempio, il lavoro sottomarino, la creazione e la posa di corpi morti, ma anche le catene e ormeggio delle navi.

Manteniamo regolarmente il porto, organizzando e mettendo in sicurezza lo specchio d’acqua che consiste nel verificare le opere vive del porto e la disposizione delle navi.

Ci preoccupiamo anche della pulizia del corpo idrico. Abbiamo avviato un progetto di abbellimento del porto e una riduzione dei consumi energetici (acqua ed elettricità). Interveniamo sulle perdite d’acqua e problemi elettrici con i fornitori del porto. La sicurezza degli impianti portuali è per noi una priorità.

In estate, dobbiamo gestire le squadre di stagionali e l’arrivo dei diportisti. L’attività principale è l’ormeggio delle barche.

Inoltre, dobbiamo collegare gli stagionali alla direzione e riferire al direttore.

2 – Eppure, si potrebbe credere che il vostro lavoro si limita alla stagione estiva (luglio- agosto)?

No, questo può sembrare sorprendente, ma no, perché il lavoro svolto a monte ci rende il compito più facile e preparare la stagione è un lavoro molto più fisico e ci richiede una presenza in ogni momento. Durante la stagione estiva, facciamo più gestione. Bisogna sapere che ogni estate assumiamo 30 stagionali, quindi è necessario addestrarli. È un lavoro complesso, perché ci troviamo di fronte ad un afflusso turistico molto importante.

Inoltre, siamo la porta d’ingresso al mare del villaggio che ci richiede anche di avere competenze di accoglienza. È vero che il periodo di luglio, agosto ha la particolarità di essere intenso poiché è concentrato in due mesi. Quest’anno, per esempio, abbiamo ormeggiato circa 3.400 imbarcazioni.

3 – Quali sono le diverse difficoltà che dovete affrontare?

Le condizioni meteorologiche ci impongono ulteriori vincoli.

Siamo costretti a rimanere vigili ogni giorno. È indispensabile ramarrer le navi in piena tempesta (pioggia, vento).

D’altra parte, è necessario restare vigili, perché ad ogni tempesta abbiamo il fiume che sfocia nel nostro porto e questo provoca danni maggiori.

4 – Per lei la parte ambientale è importante?

Certo che lo è. Il porto è impegnato da diversi anni in un’iniziativa ambientale con l’ottenimento del marchio bandiera blu e, più recentemente, della certificazione porto proprio, d’altronde alcuni di noi hanno effettuato tirocini e formazioni in questo settore. Lottiamo ogni giorno perché ogni velista riduca il loro consumo di acqua e di elettricità.

Provvediamo inoltre affinché i prodotti per la manutenzione delle imbarcazioni siano biologici. Ogni giorno, preleviamo i rifiuti raccolti dallo specchio d’acqua che vengono pesati e poi distribuiti a una società. 

Ogni estate collaboriamo con la CPIE u Marinu (Centro Permanente d’Iniziativa per l’Ambiente) per promuovere gli ecogesti sia all’interno che all’esterno del porto. A titolo di esempio ricordiamo ai diportisti di non bagnarsi nella posidonia. Infine, il Porto di San Florente si trova nel cuore del Parco Marino, per noi è molto importante dare l’esempio.

5 – Qual è la tua attività invernale?

Ogni mattina, inverno ed estate, sono incaricato di raccogliere tutte le navi presenti nel porto.

La differenza è che in inverno, ci sono meno barche di passaggio. Il mio compito principale è quindi quello di verificare che non ci siano barche senza diritto o titolo.

Devo inoltre accertarmi che le navi siano ormeggiate correttamente. Una volta assolti i miei compiti, indico alla direzione le disfunzioni che ho potuto constatare all’interno del porto e do tutto il mio contributo al lavoro comune.

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